L’invito è arrivato per mail. La presentazione dell’agenzia è per venerdì sera, ore 19. Dall’invito non si capisce molto, poche righe per illustrare le finalità dell’agenzia, i tipi di servizi offerti. Il luogo è il 104, vecchia morgue art-noveau ristrutturata e adibita a spazio sociale, nel XIX arrondissement. Arrivo in ritardo, nella grande hall dai plinti in ferro e dalla volta in vetro una ragazza dell’organizzazione, con walkie-talkie e giubbotto, mi accoglie. Ci sono altri ritardatari. Ci dice che la presentazione è già iniziata, e quindi ci fa entrare assieme per arrecare minor disturbo. Entriamo nella sala, non ci sono che posti liberi in prima fila. Mi siedo, con quell’imbarazzo che coglie colui che si sente osservato da un’intera sala. I due membri dell’agenzia AIR – sigla che significa Agence Internazionale de Remplacement, come vengo a sapere – hanno già iniziato i loro discorsi. Lui, alto e magro, brizzolato, occhialini, occhi chiarissimi, giacca grigia. Lei, anche lei è alta, camicia bianca e jeans, giacca nera, occhi chiarissimi, capelli fulvi e folti. Rimangono in piedi tutto il tempo, appunti su un leggìo, schermo alle loro spalle, lavagna accanto. Due collaboratori al Mac per la proiezione dei video. Parlano velocemente, con un linguaggio conciso e professionale, riconosci facilmente le espressioni del marketing. Lui è più ritmico, più tecnico. A lei è affidata la parte più narrativa. Sono efficaci, senza dubbio. Sembrano quasi degli attori. A un certo punto – dopo aver squadernato un discorso sull’assenza – lui fa l’appello degli invitati, chiedendo di rispondere con un “presente”. La trovata è inquietante. Molti sono assenti, e ciò viene sottolineato. Letti i primi venti nomi, il professionista si ferma. “Era solo un esempio per dimostrarvi quanto l’assenza incida le nostre vite. C’è dell’assenza ovunque”. Mi pare di essere capitato in una situazione sartriana, osservatore di un mondo fatto di vuoti e di buchi. Da lì il velo di mistero comincia a sollevarsi, un po’ per volta. AIR propone un prodotto innovativo, dice lei, su misura del cliente e dei suoi desideri. In un mondo abitato da assenze, i professionisti di AIR – così entrambi – sostituiscono il cliente in situazioni e circostanze determinate, in modo tale che là dove poteva esserci un’assenza ci sia al contrario una presenza. In sostituzione, certo, ma sempre in nome e per conto di, sottolineano entrambi. Dopo una prima fase durata circa due anni, racconta allora lei, la rossa, una fase nella quale abbiamo sperimentato la sostituzione come se fossimo degli attori – dunque cercando di imitare al meglio il nostro cliente – ora siamo in grado di togliere la cornice di finzione e di presentarci come suoi reali sostituti, così dice, prendendone il posto in ogni circostanza che possa essere inquadrata nel nostro protocollo professionale. I due fanno proiettare i video che illustrano il cambio di strategia nell’offerta del servizio, poi vengono elencati i punti del protocollo professionale: la sostituzione non è incarnazione (il professionista non incarna il cliente), la sostituzione non può avvenire per finalità illegali né per scopi di natura sessuale, così lui. È il quadro deontologico che viene sottoscritto al momento del contratto con il cliente. Lui evidenzia il plusvalore offerto dal servizio: sostituire qualcuno significa agire in una situazione per produrre degli effetti per conto del cliente sulla sua vita, mirando così a realizzarne i desideri, così dice. La presentazione dei servizi prosegue per un’altra mezz’ora, con grafici sulla lavagna e illustrazioni ulteriori dei vantaggi per il cliente. Ultimo video, poi spazio alle domande degli invitati. Che sono parecchie. Lui e lei rispondono sottolineando la novità del servizio, l’affidabilità, certi di avere colto un’esigenza sempre più pressante nel mondo attuale, una richiesta di presenza che si farà sentire in misura sempre maggiore in futuro, così entrambi. Sorridono, come per tutta la durata della presentazione. Drink finale per gli ospiti, distribuzione dei biglietti da visita. Lui, il brizzolato dagli occhi chiarissimi e lei, la rossa in giacca nera, girano tra il pubblico per rispondere alle ultime domande, più personali. Vedo volti un po’ smarriti, così dev’essere il mio.
Mi chiedo se sarebbe stato meglio farmi sostituire, questa sera. PS: per informazioni sulle attività e i servizi di AIR, il contatto indicato nei biglietti da visita di AIR è il seguente: Alain Gintzburger, Secretaire Général; ag@agenceair.com; www.agenceair.com [rk]