La nostra cornice istituzionale è ormai diventata un intrico, un labirinto di norme consolidate, perciò avvertite un po’ come claustrofobiche. Per uscire dal labirinto, per abbandonare questa casa di Asterione o dell’Autonomia vecchio stile, occorrerebbe almeno immaginare una riforma buona a separare i rischi dalle opportunità, distinguere il suo terrificante inquilino sazio di sacrifici da Teseo il liberatore. Distillare dal passato il futuro. Prima di occuparci dei protagonisti del mito reloaded, spendiamo però ancora due parole sul filo di Arianna che dovrebbe portarci in salvo. La tessitura fu in origine consegnata nelle mani di un’idea semplice e apparentemente praticabile. Prima formula magica: la società civile. Assemblee, discussioni, selezione di rappresentanti e poi ancora assemblee e discussioni. Altre parole magiche: Convenzione o Konvent. Parole proibite: decisioni a maggioranza, decisioni dall’alto. Tutto sarebbe dovuto insomma fluire sotto il segno della più ampia «condivisione» (terza parola magica), possibilmente muovendo e diffondendo energie positive in tutto il corpo della società, allo scopo di rigenerare un istituto dato per sfibrato, privato di appeal sia all’interno che all’esterno, tanto che adesso si pensa persino di restaurarne la facciata con il botulino del marketing.
Quasi alla fine del viaggio, il risultato è piuttosto scarso. Le mani che si sono messe all’opera provengono in prevalenza dagli ambienti della destra tedesca, preoccupati di massimizzare l’autonomia in senso esclusivo, tingendola di indipendentismo. Pochissimo riscontro, invece, hanno avuto i temi della convivenza, del riequilibrio dei rapporti interni tra i gruppi linguistici, sia per la scarsa partecipazione del mondo italiano ai lavori della Convenzione, sia per una mancanza di visione complessiva.
Ma in questa storia che fine fanno Arianna, Teseo e il Minotauro? In una situazione del genere si potrebbe quasi scoprire che il filo per uscire dal labirinto non sia qui offerto dalla gentile figlia di Minosse, ma dal mostro stesso. Magari un mostro antico, con le fattezze di Luis Durnwalder. L’ex Landeshauptmann, avvistato di recente in Trentino dove ha partecipato a una riunione della scuola politica della Lega Nord, da un po’ di tempo è infatti attivissimo e sostiene la sua sbrigativa versione della riforma da compiere: tutte le competenze possibili alle province e Regione consegnata per sempre al baule dei ricordi. E Teseo? Beh, il giovane e buon Teseo al momento risulta disperso.
Corriere dell’Alto Adige, 31 marzo2017