Altrimenti? Altrimenti ce le calpestiamo da soli, le nostre regole. Come peraltro siamo abituatissimi a fare. È con un marcato senso di nausea, di profondo disgusto, che ci tocca leggere notizie come queste.
“EGNA. Gli ha urlato di scendere immediatamente dal treno, poi gli ha gettato i documenti dal finestrino e, quando il passeggero è sceso per raccoglierli, il controllore ha chiuso le porte e fatto ripartire il convoglio lasciando l’uomo a terra. È accaduto a Egna quando il treno s’è fermato in stazione.
L’episodio è accaduto venerdì della scorsa settimana verso l’ora di pranzo. Il treno è il regionale 10920. Una coppia giovane, di origini pakistane, sale sul treno regionale che da Trento porta a Bolzano. Passa il controllore – probabilmente veneto – e chiede il biglietto alla coppia straniera, che ne è sprovvista. Il controllore inizia ad alzare la voce e richiede più volte il biglietto ai passeggeri. Ai due stranieri viene quindi ordinato di scendere quando il treno è all’altezza della stazione di Egna. Vedendo che la coppia non ne vuole sapere, il controllore chiede i rispettivi documenti. Mosso da un gesto di stizza, li lancia poi all’esterno del vagone attraverso il finestrino. I documenti terminano sulla panchina lungo il binario. Il passeggero scende di corsa per riprendere i propri effetti personali. Nemmeno il tempo di raccogliere i documenti che il controllore ordina di chiudere le porte e far ripartire il treno, lasciando l’uomo a terra e la moglie sola sul treno. La donna scoppia a piangere.A questo punto il controllore ritorna orgoglioso nello scompartimento a prendersi gli applausi di alcuni passeggeri. Ma non tutti sono d’accordo e chiedono spiegazioni al controllore che replica: «Ne vedo ogni giorno di questi episodi, spesso gli stranieri sono senza biglietto e con loro bisogna usare questi metodi per fargli imparare la lezione. Devono rispettare le nostre regole».
Ma altri passeggeri hanno ritenuto l’accaduto umiliante ed eccessivo: «Non sarebbe successo se il passeggero fosse stato italiano». (Alto Adige, 29 novembre 2009)