La cicogna vola alto

Quando si parla di nomi non ci sono soltanto le polemiche sulla toponomastica montana in Südtirol-Alto Adige a fornire interessanti spunti di riflessione. È di questi giorni la pubblicazione – da parte dell’Istituto Provinciale di Statistica – dell’elenco dei nomi dei 5000 neonati per l’anno 2009 nella nostra zona. Da questo elenco si ricava che sulla base delle 15000 possibilità registrate sui registri anagrafici, la scelta dei genitori ricade nella maggior parte dei casi su uno dei 100 nomi più diffusi.

In testa alla classifica, come da diversi anni a questa parte, troviamo Sara (83) ed Alex (70).  Per quanto riguarda le femmine, dopo la reginetta Sara, vanno fortissimo anche Anna, Sofia, Emma, Hanna, Laura. E cioè, come commenta l’Astat, si tratta di nomi “molto diffusi sia nell’area culturale tedesca che in quella italiana”. Dalla parte dei maschi, dopo Alex troviamo Daniel, Lukas, David, Simon, Gabriel. E anche qui tre nomi su sei (Alex, Daniel e David) possono essere utilizzati in entrambi i contesti linguistici. Inoltre, sia per Alex – che costituisce l’abbreviazione ormai autonoma dei precedenti Alexander e Alessandro – sia per Sara c’è un allineamento con i dati statistici italiani del 2006 (fonte ISTAT): Sara e Alessandro sono al secondo posto assoluto tra i nomi più diffusi per gli infanti della penisola.

Questi dati dimostrano che, indipendentemente dalle diatribe di carattere simbolico, lontano quindi anche dalle beghe della politica sempre risorgenti allorché torna in ballo la questione dell’identità altoatesina e sudtirolese, nel momento in cui si deve decidere quali nomi dare ai propri figli la scelta cade, in modo prevalente, su nomi che intersecano le diverse culture e suggeriscono l’idea che se ne stia lentamente affermando una nuova.

Bisogna comunque fare attenzione. Commentando simili tendenze non dobbiamo cullarci (il verbo pare appropriato al tema) troppo nell’illusione che dall’oscura disputa tra una società civile avanzata e una classe dirigente ancora prigioniera di mentalità e idee passate sia per forza la prima a spuntarla. La storia ci ha dimostrato più volte che la società civile deve essere guidata e rafforzata da precise scelte politiche, se i progressi da lei annunciati devono poi tradursi in reali e durature scelte istituzionali. Con una immagine: la cicogna che porta i bambini vola alta ignorando faticosi sentieri di montagna e intrichi boschivi ancora indecisi se chiamarsi in questo o quel modo. Ma bisogna stare attenti agli amanti della caccia, soprattutto quelli affaticati e resi un po’ miopi da troppe polemiche. Potrebbero scambiarla per un fagiano.

Corriere dell’Alto Adige, 3 agosto 2010

* Ringrazio Emilio Raimondi per avermi fornito la “base” di questo articolo

13 thoughts on “La cicogna vola alto

  1. Ben vengano nomi “misti”, intersezioni tra i vari sottoinsiemi etnico-linguistici che costellano il panorama della Provincia Autonoma, dimostrazione che la fantomatica società civile è più avanti dei suoi rappresentanti.
    Però, dal mio punto di vista, i neonati “tedeschi” potrebbero pure chiamarsi Georg o Joseph etc, e quelli italiani Luca, Marc etc (stessa cosa vale per le neonate, sia chiaro, non si offendano!) e andrebbe bene lo stesso, sempre che ci fosse una convivenza-integrazione-osmosi-comprensione tra i vari gruppi.
    Un po’ più di originalità nei nomi non guasterebbe, insomma (fermo restando il fatto che Alex e Sara non sono affatto brutti nomi).
    Che ne so, un Tancredi o un Ruggero (nomi normanni) per i maschietti, e per le femmine….mah, una Clara o qualcosa del genere.
    Uno sforzino di originalità, prego! 🙂

  2. La pubblicazione numero 36 dell’Astat riporta inoltre: siccome l’Alto Adige è influenzato da più culture, l’assegnazione dei nomi è tutt’altro che omogenea… Più che dai classici nomi italiani, i genitori altoatesini si fanno influenzare, nella scelta dei nomi per i loro figli, dalle tendenze di oltre confine. Infatti non solo nella nostra provincia, ma anche in Austria e in Svizzera, Sara, Anna, Laura e Lena così come Lukas, David e Simon sono tra i dieci nomi più diffusi degli ultimi anni.
    La pubblicazione del 2007, tratta il tema più in dettaglio: per fasce d’età, per dimensione dei comuni, ecc. Interessante a questo proposito, sono alcune note:
    Soprattutto genitori giovani tendono, sempre più spesso, a dare nomi originali, dal suono amabile e spesso anche di origine straniera. In parallelo si può notare, tuttavia, una tendenza in controcorrente: la conservazione di nomi della tradizione cristiana…
    La scelta del nome di un neonato è assoggettata alla normativa dello stato di appartenenza. Così, per esempio, in Italia non è concesso dare ad un bambino, il nome del padre, di un fratello/una sorella, se questi sono ancora in vita. Inoltre non è concesso dare ad un maschio un nome femminile o viceversa. Nomi stranieri o geografici sono invece ammessi…..
    Sulla distribuzione dei nomi: nel comune di Bolzano, al primo posto si pone Andrea (1.076), seguito da Marco, Giuseppe, Luca e Roberto, tutti nomi prettamente italiani e in netta prevalenza di matrice cristiana. Relativamente alle donne residenti nella città di Bolzano al primo posto della graduatoria si pone sempre il nome di Maria (3.133), seguito da Anna, Laura, Sara e Cristina.

  3. trovo giusta l’esortazione verso lo ‘sforzino di originalità’ auspicato da sbiliguda. se qualcuno – tedesco o italiano che sia – chiamasse la su’ figliola alea*, per esempio, la mia si sentirebbe meno sola… 🙂 un saluto da livorno.

    *(‘àlea’ ovviamente, eh, non ‘alèa’).

  4. @Sandro
    In Italia “Inoltre non è concesso dare ad un maschio un nome femminile o viceversa. Nomi stranieri o geografici sono invece ammessi…..”

    Una femmina nata in italia può quindi ricevere il nome “Andrea”?

  5. Di nomi ce ne sono tantissimi, originali o meno originali.
    Il fatto poi che un nome sia bello o brutto è molto soggettivo.
    Mio figlio, per esempio, lo avrei chiamato Carlomaria, ma nno piceva a mia moglie.
    Tancredi, Manfredi… nomi bellissimi, antichi e storici!

  6. Sono d’accordo, non esistono nomi belli o brutti. Divido i nomi fra comuni e meno comuni.
    Mi piacciono di più quelli rari e da provenienza storica. Non so perchè mi viene in mente Cunegonda,
    non è una provocazione. Mia madre si chiamava Fedora.
    Il nome per ben figurare si dovrebbe adeguare al cognome.

  7. @paddo.
    Il nome può essere composto da più elementi, per un massimo di tre, anche separati tra loro. Il nome deve obbligatoriamente corrispondere al sesso del bambino così da evitare diatribe con i genitori che chiedono l’attribuzione ad esempio del solo nome Andrea alla figlia. Si ritiene che si possa accogliere la richiesta del dichiarante nel caso in cui tale elemento onomastico sia utilizzato insieme ad altri nel definire il nome del bambino in modo comunque da non creare dubbi relativi al sesso. (note sull’art.35)
    Nei comuni della provincia di Bolzano vengono in genere accettare le dichiarazioni dei soli nomi come “Andrea”, “Simone” o “Gabriele”, anche per l’attribuzione alle figlie.

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