Su Giorgio Holzmann (a freddo)

Ho voluto far passare un po’ di tempo, prima di esprimermi ancora una volta su una vicenda piuttosto incresciosa accaduta la scorsa settimana, protagonisti il parlamentare altoatesino Giorgio Holzmann e l’amico Gianluca Trotta, alias GattoMur. Molti ne hanno già scritto, sia in rete che sui quotidiani (in particolare vorrei citare qui l’ottimo lavoro svolto dai giornali per i quali mi pregio di collaborare, Il Corriere del Trentino e il Corriere dell’Alto Adige). Non riassumo i fatti (chi ne ha voglia può consultare il link in calce a questo articolo che contiene una esaustiva e puntuale documentazione). Aggiungo solo qualche mia brevissima considerazione personale.

Il tentativo di tappare la bocca a una voce libera mediante il ricorso a un’istanza così spropositatamente superiore (arrivando a scomodare l’istituto dell’interrogazione parlamentare, che davvero dovrebbe essere destinato a cause più nobili) ha messo in luce – se ce ne fosse ancora bisogno – quale sia il vero volto di chi  si nasconde dietro il vessillo di una parte politica intitolata al culto (ma in realtà si tratta solo di propaganda) della libertà. Credo di non sbagliarmi se la ricostruzione della genesi di un simile gesto sia questa: un attore politico d’infimo ordine, evidentemente mosso da antipatia o fastidio personale nei confronti di Gianluca, ha “attenzionato” (termine noto nel gergo di chi pratica il cosiddetto “metodo Boffo”) il parlamentare affinché egli agisse in modo censorio (e al più alto livello) contro una persona “rea” di esprimere – in modo acuto e brillante – un parere contrario all’indirizzo prevalente del governo nel quale tutte queste persone si riconoscono. Si tratta, né più né meno, di un tentativo d’intimidazione. La reazione di unanime condanna che questa azione ha causato in chi ha ancora a cuore il senso più profondo dell’indipendenza di giudizio e dell’autonomia della propria attività intellettuale ci lascia ancora sperare che operazioni del genere ottengano esattamente il contrario di quanto auspicato dai loro estensori (speranza già esaudita: in questi giorni il blog GattoMur è stato subissato di messaggi e attestati di solidarietà, totalizzando un elevatissimo numero di visite). In altre parole: noi non ci lasciamo intimidire. E con serena coscienza continueremo a raccontare le cose che vediamo (anche attinenti alla politica poco edificante della quale siamo purtroppo testimoni) senza occultare il nostro punto di vista e senza abdicare alle nostre idee.

http://lucamarcon.wordpress.com/2011/05/09/il-deputato-del-pdl-giorgio-holzmann-e-il-mondo-della-scuola-dal-professore-blogger-allimparzialita-dei-libri-di-testo-scolastici-passando-per-la-difesa-dellidentita-culturale-cristiana-nella-scu/

31 thoughts on “Su Giorgio Holzmann (a freddo)

  1. Anch’io, a freddo, vorrei proporre alcune riflessioni su questa vicenda.
    Comincio con una piccola nota linguistica (scusa, Gabriele, ma visto che l’interrogazione pone l’accento sul fatto che anche fuori da scuola dovrei tenere l’abito di insegnante, d’ora in poi cercherò di far valere il motto “einmal Lehrer, immer Lehrer”; e poi mi manca un po’ di sana polemica con te, in ricordo delle belle litigate che ci facevamo quando eravamo più giovani): se ricordo bene, Feltri usava il verbo “attenzionare” riferendolo a Boffo (“è attenzionato dalla polizia”), tu lo usi in un senso un po’ diverso.
    Ma vado al sodo. Lo strumento dell’interrogazione: Holzmann ha agito sicuramente nella legittimità delle sue funzioni. I parlamentari hanno il diritto di presentare le interrogazioni su qualsiasi argomento a loro paia degno di attenzione. Nel mio caso, si potrebbe discutere sulla opportunità di tale interrogazione, ma non certo sul diritto di Holzmann a presentarla. Ho guardato un po’ altre interrogazioni alla Gelmini riguardanti insegnanti, e ce ne sono; nascono tutte da casi ampiamente segnalati da lamentele di alunni, genitori, dirigenti sull’operato di insegnanti nello svolgimento delle proprie funzioni (chessò, l’insegnante che in classe propone un compito smaccatamente antiberlusconiano). Evidentemente nel mio caso le cose sono molto diverse (sfido chiunque a cercare, nel mio operato di insegnante, qualsiasi atteggiamento censurabile). Nove giorni prima di quella che mi riguarda, era stata presentata un’interrogazione da parte di un parlamentare del PD sulle presunte dichiarazioni antisemite che un insegnante aveva espresso sul suo blog ( http://parlamento.openpolis.it/singolo_atto/68798 ). Anche in questo caso ci sono alcune differenze: l’interrogazione nasceva dal fatto che tali dichiarazioni avessero avuto eco sui media (si cita un articolo di Repubblica), che il blog contenesse immagini e testi che potessero configurare reati quali il vilipendio della bandiera di uno stato straniero, l’apologia di fascismo, la diffusione di idee revisioniste o addirittura negazioniste. Nel mio caso, oltre a non configurarsi (penso) reati simili (ovviamente di segno opposto), l’eco sui media sarebbe comunque successivo, e anche l’affermazione contenuta nell’interrogazione che “gli studenti sicuramente entreranno in contatto con il blog” è del tutto infondata (e comunque “il contatto”, tranne probabilmente da una settimana a questa parte, non è MAI avvenuto). L’inopportunità nasce, a mio parere, dal fatto che è stata presentata un’interrogazione al ministro dell’istruzione per qualcosa che non riguarda assolutamente lo svolgimento delle mie funzioni di insegnante; se poi il deputato, o chi per lui, avesse riscontrato affermazioni che potessero configurare il reato di diffamazione o altro, avrebbe legittimamente potuto rivolgersi agli organi competenti.
    Passo a quello che, probabilmente, mi viene contestato: avere criticato, con termini un po’ troppo “pesanti”, alcune dichiarazioni del ministro Gelmini. In un post, nato dopo avere ascoltato le dichiarazioni del ministro in una trasmissione televisiva, scrivevo che aveva “detto una stronzata”. Termine da osteria, direbbe Holzmann. Certo, ma non ho fatto altro che riprendere tale termine, i dati effettivi e il succo del discorso da un capitoletto del bel libro di Girolamo De Michele (un insegnante), La scuola è di tutti (Minimum Fax, 2010), che riprende appunto il termine “stronzata” da un saggio filosofico un po’ “pop” (Harry G. Frankfurt, Stronzate. Un saggio filosofico, Milano, Rizzoli, 2005). Mi sembrava fosse chiaro, avevo appunto fatto precedere il post dall’immagine della copertina del libro (dopo l’interrogazione ho aggiunto anche una nota iniziale, dato che c’è qualcuno un po’ dardo a capire) e segnalato tutti i riferimenti alle pagine del libro di De Michele (di cui consiglio a tutti la lettura). Ma al di là di questo, mi chiedo: è vietato a un cittadino scrivere che il ministro dice “stronzate”? Mah…
    E chiudo con l’ipotesi dell’ “attore politico di infimo ordine”: ovviamente è una ipotesi, altre se ne potrebbero fare. Forse non sapremmo mai il vero motivo che ha spinto il parlamentare a scrivere quella interrogazione. Se però così fosse, sarebbe grave constatare che le interrogazioni parlamentari vengono usate come mezzo per risolvere controversi personali. Voglio credere che non sia vero, soprattutto per quel po’ di stima che riservavo (e dai, ancora un po’ riservo: non voglio farmi troppo influenzare da un avvenimento che mi riguarda da vicino) alla figura politica di Holzmann, che nella galassia del PdL di Bolzano mi è sempre sembrato l’esponente più credibile e autorevole.
    Ti ringrazio per l’attenzione (eh sì, mi hai proprio “attenzionato” per bene!) e per l’opportunità che mi dai di proporre questa riflessione. Che spero sia l’ultima che dedico a questa storia, che mi ha portato un po’ di sofferenza personale e sicuramente qualche danno per la notorietà non voluta o cercata: non essendo un politico, né aspirando a esserlo, della notorietà non me ne faccio proprio niente.
    Saluti.

  2. Scusa, Gabriele, rileggendomi mi sono accorto di alcuni errori di forma:
    – “un po’ dardo a capire” è un errore di battitura, ovviamente è “tardo”;
    – “forse non sapremmo mai il vero motivo”, il verbo va al futuro (“sapremo”) e non al condizionale.
    E con l’urlo “einmal Lehrer, immer Lehrer” ti risaluto.

  3. Premetto che non so cosa Gianluca abbia detto a proposito del Ministro Gelmini, ma che conoscendo l’On. Holzmann mi stupirei se avesse preso un’iniziativa d’interrogazione per delle semplici critiche, sarebbe a dir poco esagerato. Credo invece che se il prof. Trotta ha oltraggiato il Ministro in questione sia rilevante in quanto della massima gravità che un docente, dipendente del ministero a cui Gelmini è a capo, si prenda queste libertà che darebbero cattivo esempio in particolare gli studenti. La critica costruttiva è sempre legittima.

    Un saluto.

    P.S. Se ho qualche informazione in più posso dare un giudizio più chiaro e nel merito.

  4. Alessandro, vediamo un po’: se un presidente del consiglio pratica a casa sua il bunga-bunga non è imputabile di “corrompere” i giovinetti (neppure le giovinette che partecipano al suo bunga-bunga); se invece un docente pubblica sul suo blog privato alcune critiche (più che legittime e documentate) al ministro dell’istruzione in carica si farebbe ipso facto corruttore di giovinetti (e giovinette). Complimenti.

  5. Alessandro, quindi secondo te criticare = oltraggiare??? A questo è arrivato il popolo delle “libertà” ? Mi ricordo non molti anni fa che alle superiori, miei professori non certo di sinistra (se no poi mi dici che sono i soliti comunisti) criticavano eccome il ministro dell’istruzione di turno. vorreste vietare anche le critiche? il tuo ragionamento inoltre fa acqua da tutte le parti, perchè da quando mondo è mondo qualsiasi dipendente, sia del pubblico che del privato, ha sempre avuto modo di fare delle critiche o delle osservazioni riguardo al proprio datore di lavoro. Immagino certo che in questo periodo il vostro partito abbia cose ben più importanti di cui occuparsi, temi a voi più cari e di fondamentale importanza tipo proteggere il bassorilievo del dittatoruncolo a cavallo.

  6. Buona l’idea di scriverne a freddo, Gabriele. Io in primis, nella fretta di voler mandare un segnale (a Gianluca, ma non solo), ho rabberciato a tarda ora un post deboluccio, pur se doveroso, che non sviluppa né tantomeno esaurisce le possibili riflessioni sulla poco edificante vicenda. Che non andrebbe lasciata passare in cavalleria.

    La deduzione che una simile iniziativa possa con ogni probabilità essere scaturita da pressioni “dal basso” – che nel caso vale tanto per “gerarchicamente subordinato” quanto per “da rione malfamato”, per classificare le cui figure archetipiche i napoletani si avvalgono del più ricco e puntuale repertorio di epiteti – per quanto corretta, non va al nocciolo della questione. Che va semmai individuato nel concretizzarsi dell’ipocrisia di certi nostri sedicenti liberali, cui viene inspiegabilmente consentito di autoproclamarsi impunemente tali. Senza che essi si debbano neppure sforzare di esserlo almeno a parole, visto che le loro restano quelle clerico-fasciste di sempre.
    Liberalismo è – ed è il suo bello – metodo, rifiuto del dogma, prima ancora che sostanza, ed è proprio nel metodo, nella scelta del “terreno di gioco” che la questione rivela il suo lato esemplare: Holzmann, cui posso anche arrivare a riconoscere delle buone intenzioni e la cui buona fede non intendo mettere minimamente in dubbio, ha dimostrato di preferire il terreno della gerarchia, dei rapporti di forza da far pesare, a quello del diritto, dell’uguaglianza davanti alla Legge. Che pone tutti sullo stesso piano: deputati, ministri e blogger. Odioso che Holzmann invochi, nessuno sa a quale titolo, non meglio precisate “misure” nei confronti di una voce sgradita, rivolgendosi direttamente – egli che può – al suo datore di lavoro. Roba che sa di manganello ed olio di ricino, di “supremo interesse nazionale”, di una visione gerarchica e corporativista della vita e del lavoro, di controllo e censura delle voci anti-nazionali ed anti-governative, come da “leggi fascistissime” del ’25-26.
    Non mi è difficile comprendere come sia difficile scrollarsi di dosso certe abitudini, quando queste facciano parte del proprio stesso patrimonio genetico, dell’imprinting politico ricevuto. Né contesto ad Holzmann od a quant’altri il diritto di caldeggiare certe ricette, purché non abbiano l’improntitudine di farlo sventolando la bandiera della libertà.

    PS, per Alessandro. Spiegato con molta calma. Qualora un docente – al di fuori dell’esercizio delle sue funzioni – oltraggiasse un Ministro, quest’ultimo avrebbe tutto il diritto di veder tutelato il proprio diritto all’onorabilità in sede giudiziaria. Nessuno glielo potrebbe negare, ci mancherebbe altro. Se Gelmini si sentisse diffamata dalle parole del blogger GattoMur, non avrebbe che da querelarlo o citarlo per risarcimento danni in sede civile, implicitamente accettando l’eventualità, che nella fattispecie rasenta la certezza, di vedersi anche dar torto. Quel che non avrebbe il diritto di fare sarebbe applicare nei confronti del docente eventuali sanzioni disciplinari – o peggio – per di più su istanza di terzi, cui davvero non si capisce cosa sia saltato in mente. Per aver il detto blogger semplicemente espresso la propria opinione, esercitando un diritto garantitogli dall’articolo 21 della Costituzione (che garantisce anche a me ed a te il diritto di pubblicar corbellerie). Dai che ci arrivi, se vuoi.

  7. Pingback: Grazie « GattoMur's Weblog

  8. “se ho qualche informazione in più, posso…..”
    Caso Berto, vedo che Gadilù non Ti corregge più gli errori di grammatica…però non puoi ora chiedergli che ti compri i giornali da leggere, no?
    Ti invito a studiare di più la storia e la filosofia, e spero che tu abbia dei bravi prof come ho avuto io al liceo alcuni decenni fa…mi hanno “costretto” ad usare solo la mia testa…e a non venderla mai….per questo ora ammiro questi pochi prof che vanno controcorrente e spero che possano essere di aiuto per quella moltitudine di “armiamoci e partite” che prolifera nel settore …………

  9. Ragazzi siete un po nervosetti, rileggete il mio post, ho posto solo domande a cui avete risposto con altre o con attacchi…respirate e rispondete alle mie domane…ho chiesto se ha offeso o criticato legittimamente? non lo so. Ho altro da fare durante il giorno…mi chiedevo se è possibile avere qualche informazione in più?! Tutto qui.

    Grazie Signori.

  10. Stabilirlo spetta eventualmente al giudice, su istanza di parte. Non a Holzmann, non al Ministro, né tantomeno a te od a me. Certo, avete tanto da fare, voi giovani pidiellini. Tanto da non trovare nemmeno il tempo – in tre – di verificare che “apartheid” non si scrive “a-partide”. Studiare, studiare ed ancora studiare. Poi, forse, parlare. Quanta inutile e mal riposta spocchia, ragazzino.

  11. “Ragazzi siete un po nervosetti, rileggete il mio post, ho posto solo domande”

    E adesso le domande:”Premetto che non so cosa Gianluca abbia …….” Una domanda??
    “Holzmann mi stupirei se avesse preso ……” Un’ altra domanda??
    “sarebbe a dir poco esagerato.” E un’ altra ancora??
    ” Credo invece che se il prof. Trotta ha oltraggiato …….” e ancora domande!!!!!
    Caro Alessandro, per porre delle domande si deve chiedere, non “premettere”, “stupirsi” o “credere”, te da studente dovresti saperlo!!

  12. PREMETTERE, STUPIRSI, CREDERE!
    Jonny, hai trovato un ottimo slogan per un nuovo sogetto pollitico [sic]. 🙂

  13. Caro Alessandro,
    non mi sembra di aver offeso, ho messo sul piatto quello che hai “chiesto”!!
    Semmai sono deludenti le tue “domande”, e dopo questo post decisamente anche le tue risposte.

    @gianluca
    Grazie per i fiori, ma mi sa che non sia tanto nuovo. Come si legge, viene giá usato a dovere da qualche partito.

  14. ahahah, 40-50 anni per niente? ragazzino guarda che ti sbagli di grosso. cmq in puro stile pdl quando sei alle strette inizi a denigrare gli avversari.

  15. Edmondo Berselli distingueva tre categorie fondamentali di personaggi pubblici: le giovani promesse, i venerati maestri e i soliti stronzi. Sicuramente tra i quaranta-cinquantenni che scrivono su questo blog la maturazione degli ultimi è più avanzata rispetto a quella dei secondi (spero di non fare torto a nessuno, mi metto senza problemi al primo posto della fila). Non vorrei comunque che qualcuno, solo contando sui propri dati anagrafici, potesse credere di svolgere il ruolo della “giovane promessa”. E dunque vorrei correggere (si parva licet) l’Edmondo: esistono anche “soliti stronzi” che si spacciano per “giovani promesse”.

  16. Certo, ma io mi ritengo da sempre uno giovane stronzo…dove sta lo scoop… 😉

    Comunque ho controllato a parer mio ha ragione Giorgio chi dipende da un ministero non si può permettere di insultare o cmq di offendere chi ne è a capo…Gianluca avresti molto semplicemente esprimere le tue critiche in altro modo…io non avrei comunque mai fatto l’interrogazione. ciao

  17. Guarda che nessuno aveva dei dubbi sul fatto che per te avesse ragione Giorgio; difatti c’è stato chi ti ha fatto notare come il (pre-)giudizio fosse, appunto, già inserito nelle tue “premesse”.

    Berto, a parte questo, facci un favore: spiegaci una buona volta che cos’è per te il concetto di libertà, credo che nessuno quì lo abbia ancora capito…

  18. Sto leggendo un libro molto interessante di Ciliberto (La democrazia dispotica, Laterza 2011) che tratta in modo sistematico le vicissitudini della “libertà” all’interno del quadro di riferimento democratico (l’excursus filosofico parte da Tocqueville – sempre citato a sproposito -, tocca autori come Marx, Mann, Gramsci…). Ma sarebbe inutile consigliarlo a Bertoldi. Non ne capirebbe neppure una parola. Arrendiamoci all’evidenza messa in luce da Franz: questi fanno il cazzo che gli pare e non hanno bisogno di adoperare argomentazioni molto sofisticate per convincere le “masse”.

  19. “e non hanno bisogno di adoperare argomentazioni molto sofisticate per convincere le “masse” e quando mai serviva la sofisticazione? Dal “panem et circenses” e “populum Romanum duabus praecipue rebus, annona et spectaculis, teneri” cos’è cambiato?

  20. @ Alessandro
    A me fa sempre impressione, in un giovane come te, vedere una tale glorificazione dei rapporti gerarchici. Tanto per chiarirti le cose, io non ho nessun capo, e se pure fossi costretto a riconoscermene almeno uno, quello non sarebbe di certo il ministro dell’Istruzione. Sul quale, fuori delle mie funzioni di docente, posso proprio dire tutto ciò che mi pare. Spero ti sia abbastanza chiaro questo concetto semplice semplice.

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