La sera tardi…

La sera tardi, quando scendevo nella sala da pranzo del Hauptgebäude del Wissenschaftskolleg deserta, assorta nel suo silenzio dove le cose erano semplicemente rimesse a se stesse, mi sedevo in un posto qualsiasi bevendo un boccale di birra, mangiando Mettwurst insieme a cetrioli e pane scuro e, mentre pensavo, a poco alla volta saliva intorno a me un senso più lieve e gentile dell’esistenza nel quale ogni idea passava nel suo contrario lasciando scorrere liberamente il flusso della vita; le immagini delle persone e dei loro atteggiamenti venivano riafferrate in un gioco più alto e libero, si mescolavano come l’orrore e la bellezza della creazione ancora disumana e informe. Era come pensare l’inizio di tutte le cose prima dell’istante in cui, come avviene nell’esperienza ordinaria di tutti i giorni, ciascuna di esse assume un destino segnato e irreversibile. Ma quando le cose, gli eventi e le persone sono ripensati e ripresi daccapo al loro inizio, così avevo pensato, mi ricordo, essi ridiventano capaci di mescolarsi e trasmutarsi l’una nell’altra, come quando giriamo all’alba per le strade di una città e non c’è più senso di colpa, né distinzione di bene e male, perché ogni cosa è semplicemente la propria forza.

Aldo Giorgio Gargani, Un anno al Wissenschaftskolleg di Berlino, in: A.A.V.V. La mia Germania, Shakespeare and Company 1993

Euregio

euregio

Nominalmente Trentino e Sudtirolo (o Alto Adige/Südtirol che dir si voglia) fanno parte della stessa regione. Sempre nominalmente le due province, assieme al Land austriaco del Tirolo settentrionale, fanno parte dell’Euregio, un progetto transfrontaliero ideato nell’ambito dell’unione europea con una sua sede di rappresentanza a Bruxelles. Di fatto questi tre spezzoni dell’antico Tirolo vivono da tempo separati e la loro “Zusammengehörigkeit” è buona soltanto per essere esaltata in qualche noioso discorso ufficiale, prima che gli invitati si precipitino a saccheggiare il buffet. Ne ho avuta l’ennesima conferma ieri, quando insieme a Stefano Fait abbiamo provato a sondare l’interesse della biblioteca comunale di Trento riguardo alla presentazione dei nuovi libri di Aldo Mazza/Lucio Giudiceandrea e Hans Karl Peterlini. La risposta: cosa si scrive e cosa si discute a nord di Salorno non c’interessa. Il fatto che non fossero previsti pasticcini o tartine deve avere influito negativamente. Deprimente.

Ritorno del leader “impolitico”

Solo verde

La notizia ormai non è più tanto fresca. Superata la sorpresa con la quale l’ho personalmente accolta, è però tempo di commentare il cosiddetto “Rücktritt vom Rücktritt” (le dimissioni dalle dimissioni) di Hans Heiss – qualche mese fa l’esponente dei Verdi aveva annunciato di non volersi più candidare alle elezioni provinciali – per provare a scomporne il senso e ricavarne così un’indicazione politica.

Una tale scomposizione, che ovviamente è motivata dalla valutazione contraddittoria del gesto, mi pare opportuna innanzitutto perché l’originaria e adesso revocata decisione di Heiss già allora non meritava di essere letta prevalentemente in chiave privata, come un comprensibile segno di stanchezza o logoramento dell’uomo. Che una figura come Hans Heiss avesse deciso di ritirarsi a coltivare la sua vera passione – quella per la ricerca storica – si poteva a mio avviso anche interpretare come una riaffermazione del ruolo forte della politica, cioè in relazione a un profilo professionale da intendere in modo più rigoroso e quindi strettamente tecnico.

Da un simile punto di vista le dimissioni dalle dimissioni deludono. Il messaggio che se ne ricava scopre la mancanza di una solida struttura all’interno del movimento dei Verdi, carenza a causa della quale non possono più rinunciare al contributo di personalità spurie o di confine (borderline, in senso nobile) com’è quella di Heiss. Ciò detto, è però indubbio che l’aperto riconoscimento della debolezza potrebbe rivelarsi un punto di forza alla luce di un cedimento complessivo del quadro politico locale, segnatamente in previsione che la Volkspartei confermi la drastica riduzione del suo appeal elettorale.

Lo scenario futuro – certo ancora appena abbozzato e da definire persino nelle sue linee sommarie – è quello di una partecipazione dei Verdi al governo provinciale grazie al molteplice effetto costituito dalla fine dell’era Durnwalder, dall’intercettazione di un significativo settore dell’elettorato Svp non incline a scegliere l’estremizzazione proposta dai Freiheitlichen e infine dall’approntamento di un’alleanza strategica con un Pd probabilmente rafforzato dal trend nazionale, ma non fino al punto da garantire alla Svp la riproposizione degli accordi abituali.

Per concludere: il ritorno dell’“impolitico” Heiss mette a fuoco nei Grüne una tendenza liberale e borghese, più di governo che di lotta, poco incline all’ecologismo hardcore e ormai definitivamente congedatasi dalla militanza “interetnica” che era un marchio della vecchia, se non addirittura dismessa, fabbrica langeriana.

Corriere dell’Alto Adige, 15 dicembre 2012