Nazione Alto Adige

Le consigliere Tomada e Artioli quando ancora si sentivano appartenenti alla nazione italiana

Vedete come vanno le cose? Mentre la maggioranza di noi è impegnata a guardare le ultime partite del mondiale, c’è chi non ama perdersi in simili trastulli e addirittura mette mano a sensazionali cambiamenti geo-politici. Abbiamo parlato per anni di autodeterminazione, di libero stato sudtirolese, delle ipotesi più strampalate di aggregazione territoriale a questo stato straniero o a quell’altro. Tutto tempo perso. Invece la soluzione era lì, facile facile. Bastava autodichiararsi “NAZIONE” con una certa nonchalance, considerandolo un fatto acquisito. Del resto, non è accaduta la stessa cosa per la “nazione Padana”? L’importante è crederci. E se non ci credete, leggete pure il comunicato sottostante.

Si comunica che di comune accordo fra il sen. Sergio Divina ed il ministro on. Roberto Calderoli si è convenuto di nominare nuovo commissario per la nazione Alto Adige il sig. Maurizio Bosatra, membro della segreteria federale. La scelta è stata effettuata unitariamente, anche per smorzare le recenti pretestuose polemiche circa la provenienza trentina del sen. Divina che, lungi dal costituire un ostacolo nell’espletamento dei compiti di commissario, ha apportato un valore aggiunto di conoscenza e cultura comune fra i nostri due territori e popoli.

Sergio Armanini – portavoce Lega nord Suedtirol Alto Adige

30 thoughts on “Nazione Alto Adige

  1. Nazione Alto-Adige? Esiste davvero, Gadilu, ma è diversa dal Sudtirolo; e quella che i leghisti si immaginano ne è solo la versione perfezionata.
    Per ora la nazione Alto-Adige è quello stato mentale entro cui vivono i bolzanini e gente come Paddo, Berto o Superciuk. Un misto di timore e diffidenza per la Provincia e la SVP, per i migranti ed i nomadi ed un forte ma un vago attaccamento ad una Patria idealizzata. Quelli che dicono “siamo in Itaglia” quando si parla di toponimastica e che poi si scandalizzano se a Milano vedono parcheggiare in doppia fila e vorrebbero veder arrivare i vigili in bicicletta. Il mondo dei bolzanini, insomma.
    Di questo enorme capitale culturale i leghisti vogliono fare di più: unendolo al Sudtirolo del patriottismo ostentato e del “mir sein mir” intendono distillarne la quintessenza. Cioè il razzismo, la diffidenza ed il malcontento di chi, in fondo, ha poco da lamentarsi a parte di sé stesso.

  2. Francamente a me sembra una stronzata. Lo dico con il dovuto rispetto verso Sergio Divina,
    Roberto Calderoli e Maurizio Bosatra; ci aggiungo pure Sergio Armanini.
    Se tutta questa brava gente andasse a zappare la terra, quella da loro auspicata come Nazione, non avrebbero tempo e modo per organizzare simili castronerie, a proposito, il Prefetto di Bolzano dove sta?
    La bizzarria si inquadra in quel trastullo, tipico della Lega a somiglianza dei bambini, che
    danno nomi di fantasia e nomine fasulle quando giocano alla conquista del territorio.

  3. Essendo una stronzata, se fossimo in “Italia” avrebbe grosse chance di successo, ma in ST/AA …. fa quasi tenerezza!

  4. Eh, altri tempi… adesso c’è la Nazione Alto Adige. Il tricolore dovrà essere destinato all’uso che consigliava Bossi a quella signora affacciata a una finestra di Venezia…

  5. Vedi gadilu, sono questi commenti del cazzo che dimostrano tutta la tua pochezza esistenziale. Non so se sei professore, insegnante o bidello, nè conosco la tua formazione scolastica, ma simili esternazioni confermano la tua scarsa preparazione culturale.

    Angelo Libranti

  6. Vedi Angelo, non hai capito nulla. Io mi riferivo al cambiamento d’orientamento politico della signora Tomada, consigliera comunale di Bolzano per la Lega. Questa signora, pochi mesi fa, militava nel partito PDL, in quota AN (ex An) e – come si vede nella foto – amava ammantarsi del tricolore. Il mio commento era solo carico di un certo stupore su come sia in realtà facilissimo, per certuni, dismettere i panni del patriottismo per dedicarsi alla cura di altre patrie inventate. Per il futuro cerca di moderare i tuoi giudizi nei miei confronti (e soprattutto il tono) perché non ci metto nulla a trattarti davvero in malo modo. Grazie.

  7. Scusi, Angelo, con rispetto parlando: ma il senso dell’ironia lei l’ha perso per strada o non l’ha proprio mai avuto in dotazione?

  8. @harzie:
    dai non ‘sta insistere… credo che Gadilu, conoscendolo, possa sopravvivere a commenti del genere. In più evidentemente è stato solo un equivoco…

  9. Non è la prima volta che io non capisca un commento. Non vorrei che fossi rincoglionito improvvisamente, o solo per questo blog, riservato per iniziati dal pensiero profondo.
    Abbiate pazienza: ……..ADESSO C’E’ LA NAZIONE ALTO ADIGE (e qui si capisce l’ironia),
    poi, se si voleva continuare con lo sfottò si doveva scrivere: IL TRICOLORE SARA’ (dalla Tomada) DESTINATO ALL’USO CHE CONSIGLIAVA BOSSI A QUELLA SIGNORA…..
    Se la lingua italiana ha un senso, è quel dovrà che indica un consiglio perentorio da parte del commentatore a buttare il tricolore nel cesso. O no.
    Se l’intenzione non era malevola me ne scuso, ma attenzione a come si scrive, si potrebbe incorrere in una querela.

  10. “Se la lingua italiana ha un senso, è quel dovrà che indica un consiglio perentorio da parte del commentatore a buttare il tricolore nel cesso. O no.”

    No.

  11. Angelo scusa… ma ci sei o ci fai? Te lo spiego o ti faccio un disegnino?

    Il controsenso sta nell’essere passata da un partito all’altro… PDL -> lega.. cioè due visioni quasi opposte…

    In ogni caso, non per difendere i leghisti, ma nel gergo “padano” nella loro visione utopica, la Padania la dividono in “nazioni”: alto adige, trentino, lombardia ecc… ecc…

  12. Non so se sei di lingua italiana. Lo stemma dell’Austria (preferisco l’aquila tirolese), mi fa capire che non abbia dimestichezza con la lingua di Dante. Ho capito che la gentile signora
    cambiando partito può essere esortata a buttare il tricolore nel cesso, ma l’esortazione non
    deve riguardare i cittadini di lingua italiana, che non DOVRANNO fare altrettanto.
    Sicuramente si tratta di un errore di verbo non voluto.

  13. Guardi sig. Angelo, non vorrei essere offensivo, ma Lei continua
    ad accusare gli altri di non padroneggiare l’ italiano, mentre se
    qui c’è uno che non padroneggia bene la nostra lingua, quello è proprio Lei.

    Che cosa sono tutti quei congiuntivi che mette a vanvera ?

    “mi fa capire che tu non abbia ?”
    SBAGLIATO !
    “mi fa dubitare/sospettare/pensare che tu non abbia”
    ma
    “mi fa capire che tu non hai”
    ecc.

    In quanto alla frase che Lei ha frainteso,
    l’avevamo capita tutti meno Lei.

    Saluti.

  14. hoi jugendbeauftragter, du hast wie immer recht, es wird immer schlimmer, und keiner ist schuld, oder?
    aber die tricolore als klopapier zu benutzen ist immer noch besser als sie beim fascio-gruss in der hand zu halten!!

  15. Da qualche parte ho letto l’Italo scemo, sei tu? Dove ti sei laureato?
    Non sarà la stessa facoltà di Antonio Di Pietro?
    Purtroppo sono l’unico cretino in una congrega di intellettuali dal pensiero profondo.

  16. Angelo, leggo ora la Sua risposta, con cui si squalifica ulteriormente.
    Vede, non avrei fatto notare i suoi errori se Lei non si fosse messo a spargere accuse arroganti di non sapere l’italiano, e io provo un profondo fastidio per le persone che credono di sapere e non sanno.

    I suoi errori sono molto probabilmente dovuti a un fenomeno che i linguisti chiamano di “ipercorrezione”: siccome si dice, abbastanza giustamente, che il congiuntivo si sta perdendo e così si diffonde un uso sciatto della lingua, evidentemente alcuni pensano di essere colti o raffinati infilando congiuntivi anche dove è assolutamente sbagliato.
    Il congiuntivo in italiano esprime una connotazione di dubbio, irrealtà, ecc.:
    si dice “io credo che tu sia un cretino”,
    ma “io dico che tu sei un cretino”, “io sono sicuro che sei un cretino”,
    e invece “io non dico/non sono sicuro che tu sia un cretino”, ecc.

    La frase “io credo che tu sei un cretino”, poi, non è sbagliata in assoluto,
    perché può essere usata per dare al “credere” un senso di credenza certa;
    l’errore, o meglio la sciatteria, sta nel fatto che ormai la maggior parte dei parlanti usa sempre l’indicativo semplicemente perché non coglie più la differenza di sfumatura di senso fra congiuntivo e indicativo. Il che è appunto una sciatteria; invece mettere il congiuntivo dove ci vuole l’indicativo è di solito un ridicolo errore (questo tanto per fare un confronto fra Di Pietro e Lei).
    Aggiungo che tale errore sarebbe giustificabile se Lei fosse di lingua tedesca, perché in tedesco il discorso indiretto si mette obbligatoriamente al congiuntivo, mentre in tutti gli altri casi di subordinata retta da dass si usa l’indicativo (“Ich glaube, dass du ein Dummkopf bist”), quindi quasi al contrario che in italiano.
    Naturalmente Lei è in buona compagnia nell’Italia di oggi, potrebbe aspirare almeno ad un posto da sottosegretario.

    Si informi e cerchi di capire, non è mai troppo tardi per imparare qualcosa;
    oppure si sfoghi pure in insulti, in ogni caso non La leggerò e non Le risponderò,
    non ho alcun interesse ad alimentare la spam in questo blog, né a discutere ancora con Lei.
    Saluti.

  17. In realtà, poi, e giusto per precisare, i lettori di lingua tedesca mi correggano se sbaglio, nel caso specifico di “mi fa capire che”, credo che anche in tedesco nella subordinata si userebbe l’indicativo.

  18. Sí, si usa l’indicativo. Se è una citazione di altri, invece, ci va il congiuntivo: “Er sagt, dass du ein Dummkopf seist.”, proprio per far capire che non è una propria opinione, bensì quella di un altra persona (anche se nella lingua parlata ormai si usa l’indicativo anche qui)

  19. Si, ma non mi hai risposto. Quale Accademia hai frequentato? Considerando le dotti disquisizioni enunciate, è lecito chiedere dove ti sei formato. Non è un’offesa, è una richiesta di informazioni; me lo segno, può darsi che mi serva un domani.
    Ma poi chi ti ha chiamato, ho risposto ad un signore con l’aquila austriaca e mi spunti tu. Cose da pazzi.
    Da quelle parti avete l’alito cattivo e vi disturbate mentre parlate. Fatevi i gargarismi e convinciti: l’arroganza (e lo sprezzo) è tutta tua.

  20. – Da quelle parti avete l’alito cattivo e vi disturbate mentre parlate…

    Ma per offendere uno devi offendere tutti? (A parte il fatto che sarebbe meglio tu non offendessi nessuno).

  21. A Roma si dice: “avere la puzza sotto il naso”. Non è un’offesa (avete una coda di paglia lunga quando da qui a Frascati), ma una constatazione polemica.
    Vi manca completamente il senso dell’ironia. Siamo effettivamente due mondi diversi, ma dispiace constatare come anche chi viene da Livorno (sede dello stupendo periodico che va sotto il nome di “vernacoliere”), assimili totalmente la mentalità e la cultura locale.

  22. Scusa Angelo. Tu hai scritto: “Da quelle parti avete l’alito cattivo e vi disturbate mentre parlate…”. Non pensavo fosse un messaggio esattamente “ironico”. Ma visto che ti piace il Vernacoliere posso tranquillamente farti un favore ironico e risponderti così: “E a te ti puzza ir culo”.

  23. Ottimo! ho un amico di Orbetello, conosciuto 50 anni fa giusto in Alto Adige durante una colonia estiva. Allora si usava. Ci prendiamo per il culo spesso e volentieri, ma ci rivediamo, ogni tanto, con piacere.
    A proposito di amicizie, ne ho parecchie in tutta Italia. L’ultima è di Torino (mi mancava il Piemonte) e copro praticamente tutte le regioni d’Italia; ora che ci penso non ho un amico in Trentino-Alto Adige. Sarà una questione di pelle o di DNA? Il mistero regna sovrano….fa pure rima.

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